dal sito di città della scienza http://www.cittadellascienza.it/notizie/noi-non-ci-stiamo-comunicato-stampa-della-fondazione-idis/ :
Noi non ci stiamo!
Il Professor Vittorio Silvestrini, presidente della Fondazione
Idis-Città della Scienza ha dichiarato, in merito all’Editto Bulgaro
promulgato:
“Con grande stupore abbiamo appreso dai giornali,
che il Sindaco De Magistris, dopo avermi garantito che avremmo discusso
direttamente anche con il presidente Caldoro – dopo che il Consiglio
Comunale avesse espresso il suo parere
sull’episodio, sulle soluzioni più idonee per rispondere al vile atto
criminale che ha colpito il Science Centre di Città della Scienza il 4
marzo scorso e ripristinarne gli edifici danneggiati – ha convinto i
Ministri Barca e Profumo, ad emettere un Editto Bulgaro con il quale si
decide, così come avvenne già nel 2004 con la Giunta Bassolino, di
espropriare Città della Scienza alla Fondazione Idis-Città della
Scienza”.
Inoltre, continua il professore, “nell’Editto si
istituisce un comitato interistituzionale in cui sembra siamo stati
graziosamente inseriti, che dovrebbe ratificare le decisioni già assunte
dal Sindaco e sulle quali abbiamo già espresso il nostro diniego”. Il
tutto nel giorno in cui il Consiglio Comunale, organo istituzionalmente
deputato, avrebbe dovuto esprimersi sulla vicenda Bagnoli.
Il
professore continua: “Dall’Editto apprendiamo che «la quasi totalità
della Città della scienza è bruciata»; cosa che il Ministro Profumo –
che ringraziamo per essere immediatamente accorso sui luoghi del rogo e a
cui ci lega una proficua collaborazione – ma più in particolare il
Ministro Barca più volte invitato e mai venuto, avessero approfondito la
realtà complessa ed articolata del sistema Città della Scienza, non
avrebbero affermato che Città della Scienza è “bruciata nella sua quasi
totalità”.
Si chiarisce all’opinione pubblica, che dei 45.000
mq di edifici che costituiscono Città della Scienza – e che comprendono
aree espositive, aule di formazione, l’Incubatore d’impresa e il Centro
Congressi – sono bruciati i tetti e i contenuti espositivi per circa
8.000 mq del museo interattivo. Inoltre, è in fase di ultimazione
l’ultima «ala» del Science Centre, il museo del corpo umano Corporea,
che si sviluppa su altri 5.000 mq e che sarà operativo nel 2014”.
Città della Scienza è sì ferita, ma viva.
“La Fondazione chiarisce – ha continuato il professor Silvestrini – che
se l’atto criminale che l’ha colpita e ha colpito Napoli e la comunità
scientifica internazionale, ha danneggiato mura ed attività, nessuno può
utilizzare tale atto per provare a colpirla al cuore ed espropriarla
dei suoi beni e delle sua attività scientifiche ed economiche”.
Silvestrini chiarisce che “non si comprende come il suddetto comitato
possa, cosi come recita il comma 5 dell’articolo 1, «effettuare studi
sul possibile assetto della governance della nuova Città della Scienza,
con l’obiettivo di separare le attività di gestione dalla attività di
progettazione scientifica». È pleonastico ribadire che la Fondazione è
l’unica proprietaria della Città della Scienza e dei suoi beni e che la
programmazione, gestione e implementazione delle attività e del
patrimonio è insito nella natura stessa della Fondazione.
La
Fondazione, dunque, non condividendo le modalità, i contenuti e gli
obiettivi dell’Editto, ribadisce che non si ritiene vincolata a nessuna
decisione di detto Comitato a cui chiarisce che non parteciperà.
Inoltre, come già comunicato al Presidente della Regione Campania, socio
della Fondazione, ha commissionato a un Ente internazionale
specializzato in studi di fattibilità, uno studio su tempi e costi e
cantierabilità.
Sarebbe più utile – continua il presidente
Silvestrini – che i Ministeri e le istituzioni coinvolte nel comitato,
anziché porsi problemi di «esproprio proletario» ci liquidassero i tanti
milioni di euro che la Fondazione attende con pazienza dal 2008, per
attività svolte e rendicontate, ma mai liquidate”.
Infine
Silvestrini ribadisce che “ora più che mai è assolutamente necessario
che la magistratura, a cui va il nostro sostegno ed apprezzamento,
chiarisca in tempi brevi chi e perché ha compiuto questo vile atto
criminale, e che grazie alla mobilitazione della comunità scientifica e
dei cittadini tutti, costoro non vincano”.
“È prassi italiana –
conclude il Prof. Silvestrini – che davanti alle catastrofi gli
sciacalli brindino come dimostra la vicenda aquilana. Il passo
successivo è che i poteri forti, chiedano e decidano che la governance
venga espropriata ai suoi legittimi organi di governo. L’ulteriore passo
è convincere l’opinione pubblica che sia più conveniente ed economico e
rapido delocalizzare, possibilmente in un luogo impraticabile. Ciò
aiuterebbe l’attivazione di flussi straordinari, attraverso canali
straordinari, di denaro pubblico, che partendo da una piccola opera si
allargano a macchia d’olio”.
Il professor Silvestrini chiarisce
ancora che “la Fondazione non intende accettare nessun contributo
pubblico per la ricostruzione dell’edificio danneggiato, se questo deve
essere l’occasione per attivare flussi economici indistinti per
operazioni opache”.
La Fondazione continuerà ad operare nella
più totale autonomia, senza lasciarsi intimidire da condizionamenti di
sorta. Rispondendo ai suoi organi e soprattutto ai tanti ragazzi, ai
cittadini, alle imprese che amano la loro Città della Scienza e che in
tantissimi oggi stanno sostenendo, anche economicamente, la
ricostruzione di quel museo della scienza.
Se il Consiglio
Comunale dovesse decidere, che il Science Centre non debba essere
restaurato lì dove esso era, rispettosamente la Fondazione realizzerà
con sue risorse e grazie all’immenso sostegno di uomini di cultura ed
artisti, in quell’area, «Il giardino della Vergogna», un museo a cielo
aperto come memoria e monito, alle generazioni future e denuncia vivente
contro chi ha compiuto l’atto criminale e contro i cattivi maestri che,
secondo una prassi dura a morire, lo vogliono utilizzare per avviare
speculazioni di altro genere”.
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