martedì, dicembre 30, 2008

Da Huizinga a SecondLife e al gioco come apprendimento

Johan Huizinga, storico olandese nato nel 1872, lo aveva scritto nella prima pagina della prefazione del suo libro "Homo Ludens", cioè che "spingendo il pensiero fino alle ultime conseguenze del processo conoscitivo umano, si deve giungere a riconoscere che ogni azione umana appare un mero gioco"; ancora oggi noi distinguiamo nettamente il gioco dalle "cose serie", non rendendoci conto che che la civiltà umana sorge e si sviluppa come gioco. Huizinga nel suo libro è provocatorio come chiunque rompa degli schemi consolidati. "La cultura non nasce dal gioco ma nel gioco", la poesia, le arti e le scienze nascono come gare ludiche... e tutte le civiltà ne hanno esempi".

"Gioco è un'azione o un'occupazione volontaria, compiuta entro certi limiti definiti di tempo e di spazio, secondo una regola volontariamente assunta, e che tuttavia impegna in maniera assoluta, che ha un fine in se stessa; accompagnata da un senso di tensione e di gioia, e dalla coscienza di essere diversa dalla vita vera."

Ma nelle varie culture e nei diversi popoli la parola che definisce tale azione può essere diversa e la parola di cui si servono le varie culture racchiude il loro concetto di gioco.

Per noi italiani la parola gioco viene da iocus che vuol dire scherzo o burla, e quindi diamo al significato di gioco un senso non serio, invece il termine ludus è il vero termine latino usato per gioco.

Una differenza sostanziale e anche formale è con i nostri vicini anglosassoni in cui le due parole "play" e "game" sono distinte. Il Play (da cui tutti conosciamo il role play, gioco di ruolo o GdR, ma anche to play piano, suonare il piano o to play a movie, recitare) è un atto creativo aperto ed è il corrispondente del ludus latino (trattazione"seria" del gioco) e il Game è, invece, uno spazio strutturato con livelli di gioco.



Allora distinguiamo due tipologie di "gioco" tra cui oscilliamo, un gioco scherzoso ed un altro rappresentativo con assunzione di ruoli.



Con la nascita dei videogiochi siamo passati da un livello di gioco fisico e reale ad un gioco virtuale non fisico (anche se usiamo le mani, la vista, l'udito per giocare)in cui il giocatore è catapultato in una realtà precostituita singola. Poi sono nati i giochi virtuali in cui più giocatori interagenti non sono nello stesso ambiente fisico, ma si incontrano virtualmente per giocare insieme.

E dal videogioco si è passati alla simulazione che è una ricreazione della realtà grazie alla fantasia di un giocatore.

Ed ecco che arriviamo alla possibile rappresentazione del mondo reale e del mondo virtuale.
Nel mondo reale e nel mondo virtuale si assumono dei ruoli ben precisi, ma la possibilità di oscillazione tra ruoli diversi è molto libera nel mondo virtuale, molto ridotta nel mondo reale.

In Internet Web 1.0 l'oscillazione era molto più ampia in quanto pochi erano gli elementi che rendevano visibile un individuo che assumeva ruoli diversi, tale possibilità secondo la mia opinione è ridotta nel Web 2.0 in cui è molto più difficile uscire dai ruoli che ci si cotruisce intorno (SecondLife, Facebook, MySpace ecc.). E' come se da identità libere di muoversi su livelli diversi come è l'uomo nella sua interezza (e lo aveva capito Pirandello in "Uno, Nessuno, Centomila) si sentisse comunque la necessità di crearsi una forma e identità precisa, per poter interagire con gli altri.



In quanto il gioco non è una imitazione di un ruolo ma una partecipazione emotiva al ruolo.

Questa è la motivazione che permette l'apprendimento. Far rimanere ore davanti ad uno schermo a giocare è l'obiettivo di un buon programmatore di videogiochi e anche lui lavora sulla motivazione a giocare. Ci si prefigge lo stesso obiettivo quando si crea un gioco per fini diattici.

Posso portare alcuni esempi :

Un progetto di Bio-elearning a cui ho partecipato come docente sperimentatore e a cui hanno aderito scuole di varie regioni italiane. Sono stati ricreati laboratori virtuali in 3D dove gli studenti imparavano a fare esperimenti virtuali. In un secondo momento gli stessi studenti sono andati in laboratori reali a ripetere gli stessi esperimenti- L'esperienza è stata molto positiva e mi ha fatto comprendere la strada attraverso cui procedere in seguito.

Altra esperienza è stata SecondLife in cui ho ricreato ambienti immersivi virtuali di apprendimento su alcuni temi: un laboratorio 3D su vulcani e terremoti, un planetario e qualche strumento ed oggetto di apprendimento di Biologia.

Per es. in una lezione è stato costruito il Sistema Solare e in un'altre la molecola di DNA e la cellula.

L'apprendimento attraverso questi strumenti è molto più facile e coinvolgente degli strumenti tradizionali.

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