domenica, dicembre 14, 2008

Verso una innovazione della didattica

Da un articolo di Manzelli leggo:
"Indubitabilmente e’ necessario constatare il netto contrasto tra le esigenza di favorire una più flessibile plasticità cerebrale e gli ormai antiquati metodi di istruzione ripetitiva, che sono stati sistematicamente organizzati per il trasferimento di conoscenze preconfezionate, allo scopo principale di trasformare la memoria individuale episodica (a breve termine) in memoria semantica (a lungo termine) perseguendo una sostanziale modalità classica del “Reperita Iuvant”.

In questi due giorni sono stata ad un seminario sulla formazione docenti inerente le statistiche Pisa-Ocse e sull’analisi dei dati sugli esiti delle prove degli studenti italiani rispetto a matematica, lettura e scienze. Questi dati, come sappiamo già, sono al di sotto della media europea OCSE e dimostrano un rendimento scarsissimo, ciò ha portato in questi due giorni di seminario a diverse discussioni sull’analisi dei risultati. Questi sono stati comparati a vari fattori tra cui anche il contesto socioeconomico in cui vivono gli alunni che è direttamente proporzionale ai risultati (mancano libri, computer e strumenti educativi in casa allora risultati scarsi). I dati sono poco confortanti d’altronde il metodo di insegnamento è sempre lo stesso, gli ambienti sempre gli stessi. Una frase mi ha colpito dal libro di G. Biondi “ La scuola dopo le nuove Tecnologie”si legge “Se una macchina del tempo consentisse ad un nostro antenato, un abitante della fine dell’Ottocento, di trascorrere una giornata nella nostra epoca e di visitare una delle nostre grandi città,certamente non riconoscerebbe quasi niente (…) tuttavia, questo ipotetico visitatore probabilmente riconoscerebbe un’aula scolastica con i suoi banchi, la cattedra e la lavagna, uno degli ambienti che ha subito minori cambiamenti”.
L’articolo di Manzelli giustamente sottolinea come il cervello sia plastico e che lo sviluppo della plasticità sia indispensabile per l’evoluzione umana. Con metodi di insegnamento classici in cui si attua una istruzione ripetitiva la scuola italiana è in crisi e mi ha colpito l’immagine della crisalide che continua a “ragionare come il bruco invece di cercare di comprendere il proprio futuro di farfalla”. Oggi davanti ai nostri alunni che sono “digital connect” e che vivono in un ambiente in continua connessione tra loro non possiamo pensare ancora come bruchi e bisogna ri-pensare in modo creativo a strategie educative innovative. Oggi, secondo Manzelli, stiamo passando da una memoria episodica individuale ad una semantica comunicativa condividendo conoscenze in rete. Questo favorisce l’intelligenza connettiva che nasce dalla interazione tra intelligenza sociale collettiva e intelligenza creativa individuale.
A tal scopo riporto due video presi da YouTube che ho spesso utilizzato per far comprendere agli alunni il concetto di comunicazione e di diversità.

http://www.youtube.com/watch?v=ncBhj0ddvfw
http://it.youtube.com/watch?v=Km_LUC9KUAw

Tali idee e concetti attraverso le immagini sono patrimonio comune di una intelligenza sociale collettiva ma sono frutto di una intelligenza creativa individuale.
Attualmente molti passi si stanno facendo verso la formazione dei docenti nel campo della comunicazione con le nuove tecnologie e posso parlare per esperienza diretta che quando si portano avanti tali tipi di progetti formativi in modo coordinato si ottengono ottimi risultati.
Nella mia scuola attualmente si sta portando avanti un corso finanziato da fondi PON sulla comunicazione con le nuove tecnologie in cui si affronteranno tematiche che spaziano dalla multimedialità di base, ai mezzi di comunicazione messenger e Skype, al Poadcast fino agli ambienti di E-learning ed agli ambienti di apprendimento 3D come Second Life e Opensim.
Attualmente posso portare anche l’esperienza che quando questi strumenti sono utilizzati si hanno ottimi risultati scolastici, gli alunni stessi si propongono per fare attività in lingua, in matematica, in italiano e in scienze.
Ma questi strumenti non sono utilizzati da tutti e ci sono ancora forti resistenze ad utilizzarli. Spesso penso ad una immagine per rappresentare il divario tra docenti e discenti oggi, un docente che usa per scrivere una penna d’oca e un alunno una penna a sfera. Ancora molti docenti non sanno utilizzare un Pc e scrivono a mano o utilizzando la macchina da scrivere.
Oggi quasi tutti gli studenti utilizzano msn o skype, facebook, myspace, YouTube e tanti altri strumenti di interazione non considerando il cellulare lo strumento di interazione per eccellenza. Ecco la differenza!
A volte mi sembra che i ragazzi ma anche noi in parte siamo diventati un unico macroorganismo con un’unica mente universale connessa attraverso gli strumenti di comunicazione. Quando un cellulare viene tolto ad un ragazzo a volte mi sembra che si senta completamente disorientato e solo…come in una colonia o in un branco quando si isolano i singoli individui di una specie.

L’innovazione educativa sta attuandosi nel sistema scolastico, oggi nuovi strumenti vengono utilizzati che in passato non erano presi in considerazione o considerati assurdi da usare in ambito scolastico.
Eppure la rivoluzione sta avvenendo perché non è possibile fermare questa onda, ma ancora devono essere fatti tanti passi in avanti. La maggiore difficoltà è nel cambiare metodo di insegnamento ma quando un docente inizia a percorrere questa strada nuova ne rimane entusiasta e non torna più indietro.

Fonti
MANZELLI, P. (2002). Le nuove teorie della mente e le Nuove Tecnologie: Una promessa per migliorare i processi di insegnamento-apprendimento, Firenze: PsicoLAB
http://www.edscuola.it/archivio/lre/manzelli.html
http://www.psychomedia.it/pm/telecomm/telematic/manzelli.htm
http://www.chim1.unifi.it/group/education/lre.htm

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